La psicologia investigativa
di Lucia Alfidi
Con la Legge 397, 7 Dicembre 2000, il Legislatore legittima l’applicazione della scienza psicologica al processo investigativo nell’ambito delle indagini difensive. Lo psicologo può pertanto essere chiamato a rivestire il ruolo di consulente tecnico da uno studio legale.
La Psicologia investigativa, che nasce in Inghilterra nel 1985 grazie a David Canter, mediante l’individuazione delle tracce tipicamente psicologiche e cognitive dell’autore del delitto, e attraverso l’applicazione di teorie e metodi, si pone come obiettivo quello di fornire un contributo alle indagini giudiziarie rispetto all’individuazione di un autore di reato.
Quale branca della Psicologia giuridica, oltre che tradursi nell’analisi della scena del crimine, la psicologia investigativa focalizza la propria attenzione su colui – l’investigatore – o coloro – equipe investigativa – che si avvicinano alla comprensione del crimine.
L’espletamento di una corretta attività investigativa non potrà infatti prescindere dal concetto di empatia investigativa, uno strumento, che mutuato dalla criminologia, permette di inferire elementi della personalità del criminale a partire dalle sue manifestazioni comportamentali espresse mediante il crimine.