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Intelligence – dalle origini ai giorni nostri



“Ciò che consente al sovrano assennato e al buon generale di colpire e conquistare e conseguire gli scopi è la preconoscenza. […] Se non si conoscono i piani dei signori vicini, non si possono stringere alleanze; se non si conosce la conformazione di monti e foreste, paesaggi pericolosi e acquitrini, non si possono muovere eserciti. […] Si rifletta con cura prima di muoversi; vince chi per primo conosce le strategie dirette e indirette. […] L’atteggiamento e la capacità del nemico sono acquisibili solo ed esclusivamente per mezzo delle spie.” – Sun Tzu



Se dovessi indicare il momento nel quale l’uomo ha sentito per la prima volta la necessità di “conoscere” il proprio avversario, ovvero di avere informazioni circa la sua consistenza, capacità e intenzioni, certamente dovrei segnalare il IV secolo A.C. quando il generale cinese, contemporaneo di Confucio, Sun Tzu descriveva per primo, nel suo testo l’”Arte della Guerra”, i principi sulla raccolta e sulla valorizzazione delle notizie.


Proseguendo poi nella storia dell’umanità, se la Repubblica Veneziana fu, nel XIII-XIV secolo, tra i primi stati moderni a sviluppare un efficiente e ben coordinato sistema informativo statuale in grado di carpire segreti altrui e di difendere i propri è però l’Inghilterra elisabettiana del XVI secolo a dar vita all’embrione di quelli che diventeranno i moderni Servizi Segreti o, per meglio dire, le moderne Agenzie di Intelligence.


Il periodo tra le due guerre mondiali portò a delle prime modifiche sostanziali nel mondo dell’intelligence, infatti se fino al ‘900 l’intelligence, era soprattutto basata sulla ricerca umana, gli eventi bellici del 1914-1918 rivelarono l’importanza dell’informazione di natura tecnica, soprattutto nel settore crittografico e delle telecomunicazioni, oltre che della necessità di indirizzare l’attività informativa verso una “analisi militare” non confinandola, quindi, ad una semplice raccolta informativa.


Nel corso del secondo conflitto mondiale assistiamo invece al primo vero e sostanziale cambiamento nel mondo dell'intelligence. Si ha una crescita del ruolo rivestito dai servizi segreti che non vennero più considerati ed utilizzati solo come supporto alla strategia militare, ma come parte integrante della stessa.


Negli USA, che arrivaronno al conflitto (dopo l’attacco di Perl Harbor) senza una vera e propria struttura intelligence di tipo moderno e soprattutto senza alcun coordinamento, venne creato da William Donnovan l'Office of Strategic Service (OSS) che estese gradualmente la sua competenza a tutti gli aspetti dell’attività informativa, comprese la propaganda, la disinformazione e le operazioni speciali.


Al termine della II Guerra Mondiale, Donnovan è incaricato di traghettare l’OSS in quella che diverrà l’attuale Central Intelligence Agency (CIA), trasformandola in una Agenzia di analisi “all source” basata sulla denominata metodologia “BESTMAPS” (acronimo ottenuto dalle iniziali dei termini che indicavano le principali aree di studio ed analisi informativa: Biografica, Economica, Sociologica, Trasporti e Telecomunicazioni, Geografico-Militare, Forze Armate, Politica, Tecnico-Scientifica).


Negli anni ’50 i servizi di intelligence si rimodulano in conformità ai nuovi scenari che prendono vita dalla cosiddetta “guerra fredda” e dalla contrapposizione dei due blocchi. I Servizi di est ed ovest diventano particolarmente attivi soprattutto per l’incessante tentativo di penetrare l’apparato avversario. L’obiettivo principale dei servizi segreti dell’epoca divenne, comunque, quello di acquisire ad ogni costo, informazioni sul potenziale bellico e nucleare dell’avversario, ossessionati dalla possibilità che il nemico potesse sferrare un primo e decisivo attacco che non lasciasse possibilità di ritorsione.


È in questo periodo che Sherman Kent, universalmente riconosciuto come "il padre dell’analisi intelligence", si adoperò al fine di formalizzare le capacità analitiche e le metodologie di lavoro degli addetti ai lavori, incoraggiando anche la nascita di una letteratura di settore in grado di tramandare le conoscenze e l'esperienza fra generazioni di analisti.


Con la caduta del muro di Berlino ed il crollo dei regimi comunisti legati al Patto di Varsavia, l’Intelligence ha dovuto rimodulare in modo radicale i suoi obiettivi e le sue metodologie di lavoro. Prende sempre più piede una intelligence di tipo economico e finanziario, volta a sostenere e a rafforzare, tramite le proprie acquisizioni, la competitività del proprio Paese.


L’attenzione, a causa dei mutati scenari, non più rivolta tanto sugli Stati esteri, bensì anche e soprattutto sulle entità, organizzazioni non statuali come gruppi terroristici internazionali, organizzazioni criminali transnazionali, senza dimenticare il pericolo sempre presente originato dalla proliferazione di armi di distruzione di massa.


Una data fatidica, quella dell’11 settembre 2001, segna l’ennesimo punto di svolta per l’intelligence a livello globale. L’attacco al cuore degli USA ad opera di Al-Qaeda impone un nuovo concetto di guerra, quello di “guerra asimmetrica”, caratterizzato dalla presenza di un nuovo nemico, imprevedibile e del quale si conosce poco o nulla, capace di estendere la sua rete di “combattenti” e simpatizzanti sino al cuore dell’Europa, colpendo con brutali attentati le maggiori capitali del vecchio continente.


Gli apparati intelligence, quindi, mutano nuovamente (quelli italiani con la Legge 3 agosto 2007 n.124) e si riorganizzano, viene finalmente compreso che il problema non è tanto rappresentato dalla scarsezza di informazioni quanto dalla necessità/capacità di discriminare, valutare e correlare correttamente tra loro milioni di dati allo scopo di individuare quelli rilevanti e quelli mancanti per poi raccoglierli con gli strumenti più adatti.


Concludendo questo sintetico viaggio tra quelli che sono stati i “momenti storici” che hanno segnato l’intelligence, appare evidente come nel tempo sia cresciuta la necessità che gli Stati si dotino di organismi intelligence in grado di fornire prodotti “immediatamente fruibili”, anche facendo ricorso all’outsourcing, capaci di cooperare con gli omologhi apparati dei paesi amici o alleati (need to share), perfettamente integrati con gli altri organismi di sicurezza del Paese, allo scopo di individuare e contrastare qualsiasi minaccia, “vecchia” o “nuova”, come ad esempio quella cibernetica.


Ma questo è il presente ….



Bibliografia


Colonna Vilasi A., (2011), Manuale d’Intelligence, Reggio Calabria, Città del Sole Edizioni.


Colonna Vilasi A., (2013), Storia dei Servizi segreti italiani. Dall’Unità d’Italia alle sfide del XXI secolo, Reggio Calabria, Città del Sole Edizioni.


Hitchcock Lt. Col. Walter T., The Intelligence Revolution – A Historical Perspective, USAF.


Rapetto U., Di Nunzio R., (2002), L’atlante delle spie. Dall’antichità al “Grande gioco” a oggi, Milano, RCS libri.


Sistema di Informazione per la Sicurezza della Repubblica, Scuola di Formazione, (2014), Lezione sull’Intelligence.


The Institute of World Politics, (2015), The Evolution of the Intelligence Process at the Central Intelligence Agency.


US Army Intelligence Center and School (Ft. Huachuca), The Evolution of American Military Intelligence.


Sitografia


http://encyclopedia.1914-1918-online.net - 1914-1918-online. International Encyclopedia of the First World War


http://www.difesa.it/SMD_/Staff/Reparti/II/CIFIGE/Pagine/default.aspx - Stato Maggiore della Difesa, Origini dell’Intelligence.


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