Che cosa sono le sette e i gruppi settari: l’aberrante destrutturazione del Sé al centro dei rituali
di Lucia Alfidi
“In tutti i grandi ingannatori è degno di nota un fenomeno al quale essi devono il loro potere. All’atto dell’inganno vero e proprio, fra tutti i preparativi, come l’orrendo nella voce, nell’espressione e nei gesti, in mezzo all’efficace messa in scena, sopravviene in loro la fede in se-stessi: è questo che poi parla così miracolosamente e convincentemente a coloro che stanno intorno… Giacché gli uomini credono alla verità di tutto ciò che viene manifestatamente creduto con forza”. F. Nietzsche
Il vocabolo setta deriva dal latino secta (m) “parte frazione”, f. sost. di sectus, part. pass di sequi “seguire”, ed ha come accezione principale quella di definire un gruppo che si forma attorno ad una persona che afferma di avere una missione e una conoscenza speciale, che sarà condivisa da tutti coloro che confideranno nel leader autoproclamato.
I gruppi settari spaziano da quelli di natura relativamente benigna, a quelli più marcatamente degenerativi. Contrariamente a quanto spesso si pensi, non tutte le sette sono religiose, poiché la ragione dell’esistenza di ognuna può riguardare anche semplicemente lo stile di vita, la politica o le più svariate e assortite filosofie. Ed ovviamente anche le dimensioni possono variare, a seconda che si tratti di fenomeni locali con adesioni minime, o “fratellanze” mondiali con adesioni diffuse.
Le sette non sono democratiche per loro natura e quindi non promuovono una libertà espressiva che agevoli il processo di crescita umana. Partendo dunque da un’ampia prospettiva sull’oggetto di studio, che non si limiti ad analizzare soltanto quelle sette che per comportamento flagrante sono maggiormente riconosciute e visibili, ci è facile accomunare questi gruppi organizzati, a prescindere dalla dottrina, dall’ideologia o dal credo sui quali si fondano.
Ciò che preme sottolineare è infatti l’aspetto più propriamente intrinseco, tecnico e strumentale di ogni setta, il quale sembra rappresentare la radice comune dei processi manipolativi di persuasione psicologica e sociale operati da ogni singolo gruppo.
Tutte le sette collimano tra loro per quel che concerne l’aspetto pratico dell’utilizzo di tecniche di “lavaggio” mentale (brain-washing), adoperato come mezzo principale per spronare i futuri adepti ad una completa adesione che determinerà in toto una nuova e condizionata identità.
Attraverso la manipolazione mentale viene dunque operata la distruzione della persona sul piano non soltanto psichico, ma a volte anche fisico e/o finanziario.
Essendo le sette strutturate in maniera gerarchica e autoritaria è chiaro come alla luce di quanto detto, la relazione settaria è quella che vede una persona indurne un’altra a divenire totalmente dipendente da sé per quel che concerne la maggior parte delle decisioni che caratterizzano l’esistenza di ognuno.
Al vertice della piramide troviamo il leader che rappresenta l’autorità suprema, e al quale spetta pertanto la gestione finale di tutte le questioni. Esso professa ideali e definisce regole per i subordinati che lo vedranno come l’unico ed il massimo sistema di giustizia esistente.
Il Leader
Un “superominismo” tra creatività e devianza. Stregone, santone, padre, madre, guru, guida spirituale: il capo di una setta, il leader carismatico viene nominato in molti modi .
Il leader carismatico ha un ruolo di comando nei confronti di tutti gli altri aderenti alla setta, alcuni dei quali a loro volta possono rivestire tale ruolo rispetto ad altri. Il carisma, che il sociologo Max Weber riconosceva nella qualità di una personalità individuale, grazie al quale si distingue dagli uomini ordinari ed è trattato come se avesse poteri sovrumani, o almeno qualità specificamente eccezionali, viene ad alimentarsi nei leader grazie a quel sentimento di devozione sviluppato dagli adepti di una setta.
I leader hanno la capacità straordinaria di distillare idee complesse in messaggi semplici; comunicano utilizzando simboli, metafore, storie, analogie. Essi inoltre adorano il rischio e si sentono vuoti senza questo. Considerano la vita un’eterna battaglia, perché niente è facile o scontato e se “amano” aiutare è probabilmente per non dover dire “no”, atteggiamento considerato come debolezza. Amano dirigere e spesso sono sovraccarichi di impegni utili a giustificare quell’eccesso e quella tendenza a voler fare troppo. Il loro più grande meccanismo di difesa è rappresentato dal rifiuto della realtà.
La capacità di capire, intuire cosa voglia la gente in un determinato momento, il credere nella meta che egli stesso propone, l’intuito strategico, la capacità comunicativa esternata attraverso le parole, sono caratteristiche che quando sinergiche producono come risultato livelli forti e incontestati di obbedienza da parte del gruppo.
Sopraggiunge dunque per il neofita una definitiva esclusione dal mondo e un distacco da quei comportamenti che sono considerati normali in un certo ambito sociale. È in questo modo che le sette tendono ad essere totalitarie nel controllo dei propri membri, mostrando fanatismo ed estremismo nella loro visione dl mondo.
È un dato ormai acquisito, sulla scorta delle testimonianze prestate da molti fuoriusciti, ma anche di accertamenti condotti da organi di polizia giudiziaria, che taluni movimenti (specialmente le psicosette), sia nella fase di proselitismo che in quella dell’indottrinamento degli adepti, ricorrano a sistemi scientificamente studiati per aggredire le difese psichiche delle persone uncinate, inducendole ad un atteggiamento acritico e all’obbedienza cieca (Singer, 1995).
I neofiti, che devolvono sempre più tempo, energie e denaro agli obiettivi della setta, vengono convinti di essere stati scelti o selezionati e portati a considerare i non membri come individui inferiori. Vengono inoltre richiesti ad essi cambiamenti che stravolgono l’etica e i valori a cui il soggetto era dedito prima dell’ingresso nel nuovo gruppo. Non di rado sono obbligati a lasciare famiglia, amici e lavoro per dedicarsi completamente alle nuove mete. Il fine palese di questo isolamento forzato rappresenta una delle tante dinamiche di controllo e dipendenza.
Le sette rappresentano pertanto una minaccia reale alla salute pubblica, alla salute mentale e alle libertà democratiche. Minacce che divengono evidenti quando riusciamo ad apprendere i modi coordinati di persuasione che caratterizzano i processi d interazione settaria. Questi ultimi vengo infatti intrattenuti al fine unico di agevolare senza riserve l’adesione e la partecipazione a un’attività che attenta ai diritti dell’uomo.
La folla si trasforma così facilmente in una massa di persone omologate e istigate a scatenare gli istinti violenti. Tuttavia i gruppi settari, qualsiasi ne sia la natura, prosperano grazie ad una maschera di facciata analiticamente costruita. Assemblee di auto-aiuto, seminari di formazione, attività universitarie, società terapeutiche, organizzazioni politiche possono coprire una categoria di gruppi ch facilmente si rifanno alla filosofia per cui il fine giustifica i mezzi.
La forza di persuasione è affidata esclusivamente alle parole. Attraverso le parole vengono imposte le catene e i ricatti psicologici che rendono davvero difficile una prospettiva e serena fuoriuscita dal gruppo.
Sempre più gruppi, dall’inizio degli anni ’70, si impegnano nella manipolazione della mente e nel cambiamento della personalità. I guru che capeggiano i new movement utilizzano delle tecniche orwelliane di manipolazione mentale reclutando tra le più svariate categorie sociali individui che sono però accomunati da aspetti quali la solitudine, l’ingenuità, i vissuti frustrati e tutto ciò che può dissestare o rompere gli equilibri di una esistenza.
Essi trasmettono utopie spirituali o di auto-realizzazione, cammini di egualitarismo che catturano la mente e che sembrano offrire un miglioramento esistenziale e certo rispetto ad uno stato incerto di vulnerabilità pregressa.
Bibliografia
Freud Sigmund, (1921), Psicologia delle masse e analisi dell’Io;
Fromm E., (1965), Il cuore dell’uomo. La sua disposizione al bene e al male, Roma, Carabba Editore;
Gatti Pertegato E., (1987), Dietro la maschera, sulla manipolazione del Sé e del falso Sé, Editore Franco Angeli;
Singer M.T., (1995), Cults in our midst- Le sette tra noi, New York, Jossy-Bass pubblischeres;
Singer M.T., (1993), Destructive cults, mind control and psychological coercion, New York.
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